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1) Dizion. 5° Ed. .
ALLARME.
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Dizion. 5 ° Ed.
ALLARME.
Definiz: Sost. masc. Grido di guerra.
Voce fatta dal modo avverbiale All'arme. −
Esempio: Salvin. Iliad. 323: Marciavano con dare un grande allarme.
Esempio: E Salvin. Iliad. 428: Porterete del fuoco, e insieme accolti, Voi ne solleverete un grande allarme.
Definiz: § I. Figuratam. per quella Subitanea apprensione derivata da qualche rumore, per cui si dà mano all'arme e si sta in guardia.
Definiz: § II. Quindi Mettersi in allarme, vale Mettersi in apprensione, Allarmarsi; e dicesi anche fuori del linguaggio militare. −
Esempio: Red. Lett. 3, 187: Mi comanda [il Granduca] che io ne porti anticipatamente a V. A. S. l'avviso, acciocchè giungendole per altra parte, ella non si mettesse improvvisamente in allarme.
Definiz: § III. Falso allarme dicesi quell'Assalto che si minaccia al nemico in un luogo dove non si pensa ad offenderlo, per distrarne l'attenzione dall'assalto vero: ed usasi pure in senso figurato. −
Esempio: Montecucc. Op. 2, 81: Avria potuto l'inimico assalire da più bande in un tratto, siccome egli pur fece, e toccar falsi allarmi, per far correre qua e là inutilmente la soldatesca.
Esempio: Magal. Operett. var. 227: Tutte quelle reverenti minacce.... non sono state altro che un falso allarme per tenerla un pochetto all'erta.